Le premesse meteorologiche non erano delle migliori ed il tam tam podistico negli ultimi giorni era monotematico, con un susseguirsi di aggiornamenti meteo. La vigilia mi aveva quasi illuso, ma la notte tra il sabato e la domenica mi ha riportato sulla terra. Mi alzo molto presto, sono le 5,30 e sono già in piedi, svolgo i rituali premaratona nel miglior modo possibile e salgo in auto con una valigia di soluzioni a livello d’indumenti, in modo da prevedere ogni tipo di situazione climatica. Mi accorgo che l’umore non è dei migliori, il cielo è nerissimo come il mio stato d’animo. Arrivo a Firenze e parcheggio sul lungarno del Tempio, mai nelle precedenti 3 edizioni avevo parcheggiato così vicino all’arrivo e in ogni caso parcheggio nel posto strategico che mi permetterà intorno al 13 chilometro di fare un cambio veloce d’indumenti. Mi reco agli autobus vestito con la calzamaglia lunga (è la prima volta che la metto in maratona), due maglie tecniche (una delle quali underwear), guanti, cappellino e k-way. Arrivo al piazzale Mchelangelo poco prima delle 8 ed inizio a fare un pò di foto, saluto Claudio e Michele che saranno impegnati come pacemaker e attendo il via in completa solutudine, senza che riesca a riconoscere i soliti amici, anche perchè l’impresa è ardua sono tutti avvolti nel classico naylon offerto dall’organizzazione quest’anno di color salmone. Inizia a piovere e una mezzora prima della partenza diventa torrenziale, siamo tutti fradici ed inizio ad avere le gambe marmate dal freddo. Ho la conferma che oggi non sarà una buona giornata, finalmente si parte. Intorno allo chalet Fontana incontro come da accordi Antonio, con lui correrò per 2 chilometri circa poi lo perderò. Dopo una mezzora di corsa smette di piovere e come per incanto tutti i podisti iniziano a dismettere gli abiti o i naylon usati in partenza per coprirsi dalla pioggia. Io ripongo il k-way che avvolgo alla vita, i guanti e il cappello che al tredicesimo chilometro lascerò in auto. Le gambe non girano come nei giorni migliori e anche l’affetto dei tifosi fiorentini e stranieri che mi incitano non riesce a darmi quella spinta in più, le sento pesanti. Il passaggio in piazza del Duomo e in quella della Repubblica sono come sempre affascinanti, si procede in direzione Cascine, al passaggio del 30mo km. sono in perfetta media sotto di 1 minuto dalle 3 ore di gara e tengo questo ritmo fino al 33mo chilometro quando inizio a mollare e ad alternare momenti di passo svelto alla corsa, vengo raggiunto dai pacemakers delle 4 ore e 15 minuti e capisco che non ho più speranze di riuscire nell’impresa di scendere sotto quel tempo. Arrivo intorno al 38mo chilometro sui lungarni e alterno dei momenti di lucidità fisica ad altri di completo appannamento. Le gambe sono pesantissime, il freddo e l’umidità patiti prima della partenza mi hanno fregato. Al 40mo chilometro al passaggio da piazza della Signoria mi saluta Belinda e mi incita, ma anche il suo incitamento non sortisce alcun risultato positivo nella mia performance. Sono al 41mo chilometro ed arriva forse il momento più bello, non soltanto perchè manca un chilometro all’arrivo, ma anche per una canzone che non ero riuscito ad inserire nella compilation maratona e che ho inserito nel mio iPod come bonus track, vado pazzo per questo motivo è di Angie Stone & James Ingram s’intitola “My People” e mentro corro inizio a cantare e mi muovo pure mimando addirittura un ballo, l’arrivo in piazza Santa Croce è da brividone, quest’anno hanno installato pure le tribune che sono piene di gente che applaudono ed io contraccambio mimando anche un inchino. Sono al settimo cielo felice di aver concluso questa mia 16ma maratona, non con il mio personal best in cui speravo, ma dopo tutto quello che era successo nel pre-gara e nella prima parte di corsa averla finita è comunque una grande soddisfazione. Mi consegnano la medaglia, di una bellezza unica con un fiorino girevole inserito al suo interno, forse la più di quelle ricevute in queste sedici maratone, fiero e felice con le note di “My People” che ho rimesso dall’inizio torno all’auto per cambiarmi. Ah dimenticavo il tempo da me impiegato è in real time 4h 24′ e 13″.