E’ stata veramente una bella trasferta quella romana. A partire dal viaggio in compagnia di Arturo (il driver) e Giuliana al sabato mattina, con tanti argomenti da snocciolare durante il tragitto in autostrada, come per esempio le nostre perplessità sui 3 cortei in contemporanea cha avremmo trovato in città ad attenderci. Le prime avvisaglie si sono avute quando non siamo riusciti a far colazione in autogrill con gli amici lucchesi (Bosi, Percula e soci), il tutto per colpa della marea umana che una volta scesa dai numerosissimi autobus, decideva di occupare ogni spazio dell’area di servizio. Ma bomba o non bomba come cantava Venditti siamo arrivati a Roma, anche se il GPS dell’auto di Arturo non sembrava molto convito di portarci a destinazione. Depositiamo il tutto nel bello e comodissimo albergo sull’Aventino (grazie Michele per la scelta) e attendiamo l’arrivo appunto di Michele (MJ) e consorte. Taxi e via dal Caravaggio a veder la mostra. Un po’ di fila per entrare e poi tantissimi visitatori ad ammirare le molte opere esposte, sembrava di essere ad un concerto degli Stones più che ad una mostra. Di seguito tappa d’obbligo allo stesso ristorante dello scorso anno, dove c’è un cameriere che è anche un collega podista, per un pranzo veloce e poi via all’Expo Marathon dell’Eur. Ci rimango fino a circa le 18,30, insieme agli amici di cui sopra a cui si aggiungono Klaus, Sartamagù ed Enrico tutti impegnati come Pace Maker e che quindi si debbono sobbarcare tutto il programma, che prevede la riunione con il Massini e la presentazione degli assistenti di corsa. Taxi e breve tappa in albergo per poi andare cena con Cinzia e Massi in un ristorante tipico romano “Dal Truce”. Come dice il saggio Arturo non bisogna farsi ingannare dall’ambiente, perché si mangia con la bocca e non con gli occhi. Infatti mangiamo bene, anche se debbo zizzagare nel menù, in quanto circa 80% dei piatti sono poco idonei a chi si appresta a correre una maratona. Finita la cena alla quale partecipavano anche degli amici pugliesi di Cinzia e Massi, di nuovo in albergo alla vana ricerca della connessione con la chiavetta per pubblicare le foto sul blog. La mattina sveglia presto con la sorpresa che una parte dei dubbi che mi avevano accompagnato alla vigilia sui miei dolori fisici, erano misteriosamente scomparsi. Colazione e poi via con Arturo alla partenza. La temperatura è ottima, il cielo nuvoloso ed in pratica così sarà per tutta la corsa. Dopo la classica indecisione iniziale sul come vestirsi, facciamo delle foto e via nelle gabbie dove incontriamo anche Klaus. Si parte per questa 16a Maratona di Roma con il classico rallentamento iniziale. All’altezza del Circo Massimo ho recuperato i Pacers delle 4h e 15’, tra questi c’è anche l’amico Enrico e con loro rimarrò in pratica fino a metà gara, quando decido di rallentare anche perché inizio a sentire il classico dolorino alla gamba destra. Inutile sottolineare le bellezze di Roma, il calore e la partecipazione della gente, la felicità stampate sulle facce dei podisti e la splendida organizzazione. Al 37° chilometro incontro Arturo che si è ritirato dopo un quarto d’ora circa causa il dolore al ginocchio che lo affligge da tempo, mi accompagna correndo per un centinaio di metri incitandomi. Vengo ripreso poco dopo dai Pacers delle 4h e 30’, tra questi ci sono MJ e Sartamagù, non vedo invece Giuliana, che all’arrivo scoprirò aver rallentato in quanto afflitta da forti dolori di stomaco. Me la prendo con calma, alterno corsa a passo svelto e ne approfitto per scattare delle foto nei punti più caratteristici. Ormai manca poco sono sulla salita del Colosseo, dove arranco come sempre, poi la piccola discesa ed infine il rettilineo che sembra non finire mai, ne approfitto per fare ancora un po’ di foto e chiudo la mia 4a Maratona di Roma quella dedicata ai 50 anni dalle Olimpiadi del 1960, dove proprio in questa disciplina s’impose l’Etiope Abele Bikila. Taglio il traguardo con le mie scarpette e non a piedi nudi come Bikila, in 4h 35’ 29”, non male ho impiegato 6’ in meno dello scorso anno. Soddisfatto per aver concluso la mia 21a Maratona attendo l’arrivo degli altri amici. In conclusione è stata una bella gara, l’unico neo che ho riscontrato sono alcuni posizionamenti ritardati dei ristori, in particolar modo quello del 25° chilometro che era posizionato ben un chilometro dopo. Il viaggio di ritorno è un misto di gioie e dolori, la gioia mia per averla finita, la mezza gioia di Giuliana per averla finita ma non come Pace Maker e i dolori per la fatica di tutti e tre, ma soprattutto il dispiacere di Arturo che ha dovuto dare forfait.