Dopo il forfait (per motivi fisici) di domenica scorsa alla Lucca Marathon, torno a correre il quel di Marina di Pisa. Classico appuntamento dell’ultima domenica di Ottobre, con la marcia “Mare, Città, Pineta” organizzata dal Marathon Club di Pisa. Questa è stata una delle prime corse alla quale ho partecipato e che cerco di non perdermi mai. Intanto continuano le maledizioni sulle mie condizioni fisiche. Il sabato notte è stato molto travagliato a causa di un forte raffreddore, che neppure due aspirine hanno depotenziato. Decido di alzarmi presto, sono le 6 dell’ora solare che è tornata durante la notte. La mattinata è molto bella c’è il sole e la temperatura è ottima per correre ci sono 11° alle 7. Arrivo a Marina e scopro che la logistica è cambiata e si è spostata in una struttura quasi al confine con Tirrenia. C’è un leggero venticello non così caldissimo, prendo quindi le mie precauzioni e indosso un classico smanicato antivento. Faccio le iscrizioni, saluto un po’ di amici e parto in solitario. La prima parte della corsa è tutta lungomare e con questa giornata è reso ancor più bello e luminoso. Accendo il mio iPod, faccio qualche foto e giro il mio sguardo a sinistra in direzione del mare. Una volta abbandonato il lungomare, rivolgo le mie attenzioni ai molti palazzi stile liberty presenti in zona. Entro nel tratto della pineta e qui ancora una volta la maledizione si accanisce su di me. Poco prima del 5° km. inciampo in una radice e vado giù come un salame. Gli altri podisti che sono vicini a me cercano di aiutarmi e mi domandano come sto, io mi rialzo di scatto come Leonardo Pieraccioni nel film “Il Ciclone” dopo che era caduto dal motorino. E mentre mi sto togliendo la terra dalle mani e dalle ginocchia esclamo esattamente le sue stesse parole: “Un mi sono fatto niente, tranquilli, un mi sono fatto niente!”. Il risultato di questa mia rovinosa caduta sono escoriazioni ad entrambe le ginocchia e alla mano sinistra che è il lato del corpo che ha ammortizzato la caduta. In un primo momento mi sembra di star bene e riprendo a correre, poi con il passare dei minuti mi accorgo che la spalla sinistra è dolorante e faccio un gran fatica a correre. Chiudo i miei 18 km. (17 reali) in modo dignitoso in circa 1h e 44’. Ritiro il pacco gara e ritorno all’auto. Siccome noi podisti siamo delle pellacce e non siamo mai soddisfatti, una volta depositato il pacco gara decido di allungare. Riparto in direzione Tirrenia e il mio intento è di arrivare a fare almeno 25 km. totali 17+ 8. La prima parte la corro abbastanza bene, poi poco prima di Tirrenia mi fermo 5 minuti a salutare Michele e Zoe che stanno tornando a casa e Mario e Elisabetta che stanno completando la marcia. Bene, questi 5 minuti sono fatali, mi ghiaccio con le inevitabili conseguenze soprattutto per la parte dolorante. Morale, i 4 km. del ritorno sono una vera e propria “Via Crucis”. Non riesco a correre perché quando lo faccio, questo mi da ancora più dolore, quindi decido di andare di passo. Anche per oggi è andata, spero di essere più fortunato tra due giorni a Livorno.