E siamo alla seconda tappa della Marathon Trail del Montalbano quella della domenica da ben 30 km. La mattinata è fredda siamo intorno allo 0° e nuvolosa. Ho ancora nelle gambe la fatica della corsa di ieri sera, ma nel complesso ho recuperato abbastanza bene. Si parte e dopo appena qualche centinaia di metri rimango da solo, Beppe Cerone è già volato avanti. Il percorso si snoda tutto nei boschi del Montalbano e quindi ho messo su le scarpe di ieri sera da trail. Peccato che siano ancora bagnate visto le pozzanghere che ho beccato in chiusura della corsa da 13 km. Le ho provate di tutte per farle asciugare ma non ci sono riuscito. Accendo il mio iPod, ci vuole un po’ di musica a tenermi compagnia. Ne approfitto come al solito per fare delle foto. Il percorso è bellissimo e molto duro. E’ segnalato in modo perfetto ed è impossibile perdere la via maestra. Intorno all’ottavo chilometro incontro il buon Simone Giglioli e con lui rimarrò per qualche chilometro. La corsa è in autosufficienza e purtroppo non ho portato niente, fortunatamente l’organizzazione ha predisposto due mini ristori al 10° e 20° chilometro. La durezza delle scarpe da trail e la poca abitudine a calzarle, dopo un po’ mi da i primi problemi, infatti iniziano a farmi male le unghie dei piedi. Inoltre quando iniziamo la discesa circa dopo la metà corsa a Pietramarina, sul terreno scomposto metto male la gamba destra con conseguente dolore che mi accompagnerà fino alla fine alla caviglia e al ginocchio destro. La discesa non è continua e viene spesso interrotta da altre ripide salite. Sorpasso un podista che aveva preso parte alla precendente edizione e mi dice che il percorso di quest’anno è molto più duro e che alla fine ci impiegherà almeno 50 minuti di più. Stringo i denti e nonostante sia penalizzato dai vari dolori che m’impediscono di correre, chiudo la mia prima trail in 4h 47’ 33” che sommati a 1h 38’ 14” della sera prima, fanno un totale di 6h 35’ 47”. Mi sono classificato 85° su 89 partecipanti alle due tappe. Ma chi se ne frega se sono arrivato quasi ultimo, l’importante è aver vissuto un’esperienza fantastica, diversa, in posti bellissimi, con un’ottima organizzazione. Sicuramente tornerò a fare trail, perché è bello fare 43 km. senza aver fatto neanche un tratto di strada asfaltata, eccezion fatta per qualche breve attraversamento. Ho imparato anche una cosa vedendo cosa indossavano gli altri podisti, la prossima volta forse è meglio portarsi dietro una borraccia e qualche cosa da mangiare. Un solo rammarico, senza tutti quei dolori forse ci avrei impiegato almeno un quarto d’ora in meno. Peccato, ma va benissimo così.